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Notizie » Libro in evidenza L’editore intervista l’autore: Vincenzo Patanè

Intervista [Libri] 04/06/2025 12:00:00

:: Sta per uscire con Il ramo e la foglia edizioni il tuo primo romanzo “Una piccola goccia d’inchiostro”. Potresti presentarti brevemente ai nostri lettori?

🎤 Ho insegnato per 40 anni Storia dell’arte, una splendida materia. Nello stesso tempo però ho anche scritto 14 libri, tutti saggi eccetto il primo, una raccolta di poesie. Mi interesso di arte, cinema, letteratura, Islam e soprattutto di Lord Byron, da sempre la mia priorità. Inoltre, ho scritto centinaia di articoli per numerose riviste, soprattutto LGBTQIA+, come Babilonia e Pride.


:: Hai scritto molti saggi, in particolare sei uno studioso di Byron, di fatto sei un saggista, perché hai scritto un romanzo?

🎤 Da tempo volevo scriverlo, mi piace mettermi in gioco, sondare le mie potenzialità, esplorare territori e approdi inediti. Infatti il prossimo progetto riguarda una pièce teatrale, un’esperienza per me del tutto nuova.


:: Cosa ti ha spinto a scrivere “Una piccola goccia d’inchiostro”? Perché questo titolo? Quali sono i temi che tratti?

🎤 Il ritrovamento casuale delle 66 lettere che mio zio inviò dal 1953 al 1965 a sua sorella, ossia mia madre, è stata la molla che ha dato vita all’idea. Le lettere sono focalizzate su due episodi: il viaggio da lui effettuato nel 1954 in Danimarca per ottenere una riassegnazione di sesso, sulla scia di quella di Christine Jorgensen, e il suo successivo, lacerante amore per un giovane napoletano.
Ho scritto questo romanzo biografico anche per rendere omaggio a mio zio, una persona straordinaria, che ha sofferto molto la sua condizione, in anni in cui essere omosessuale era particolarmente duro. Quindi ciò che ho scritto è quasi del tutto vero, tratto dalle lettere e dai miei vividi ricordi della famiglia materna.
La scelta del titolo non è stata immediata – in un primo momento il romanzo doveva chiamarsi “Cono d’ombra” e poi “La conquista dell’anima” – ma poi ho pensato che questo verso del “Don Juan” di Byron, “una piccola goccia d’inchiostro”, fosse quanto mai calzante.
Sono tanti i temi trattati, fra cui l’omosessualità, l’intersessualità, la ridefinizione e la disforia di genere, il rapporto genitori/figli, l’amore, la prostituzione, le dinamiche della vita degli omosessuali in quegli anni, Napoli e il rione Sanità.


:: Quanto tempo hai impiegato per scrivere questo tuo esordio letterario? Ci racconti la sua genesi?

🎤 L’ho scritto di getto, in 35 giorni, dal 31 gennaio al 6 marzo 2023, ma in mente mia già l’estate precedente avevo concepito l’ordito, dall’inizio alla fine. Poi naturalmente l’ho letto tantissime volte e man mano l’ho ritoccato, ma le modifiche non sono mai state sostanziali.
Per scriverlo mi sono dato molto da fare, leggendo molti testi sulle identità sessuali, sul rapporto fra il fascismo e l’omosessualità e sulla storia di Napoli. Ho anche acquistato le 5 copie del 1953 della rivista Tempo, avendo così modo di leggere proprio ciò che mio zio apprese a suo tempo sul caso Jorgensen.


:: Qual è lo stile compositivo che hai scelto?

🎤 Ho scelto la semplicità, con una storia che si dipana con naturalezza, senza divagazioni, salti cronologici o ardite ellissi temporali.
Ho inoltre preferito eliminare i dialoghi, optando per un narratore onnisciente, capace di entrare efficacemente nella mente dei personaggi. Nel libro ho inserito una quarantina di stralci di lettere, molte delle quali bellissime, scritte in un italiano forbito ma ovviamente un po’ datato. Quindi ho scelto un italiano coerente con le lettere, in cui la singola parola è stata calibrata attentamente, ha un peso particolare e può essere goduta sia per il significato sia per il suono.
In più ho inserito un centinaio di parole o locuzioni in napoletano per entrare più nel vivo dei personaggi, per cogliere in maniera verace il punto di vista di quelli che si esprimono in dialetto. Alla fine ho comunque aggiunto un glossario per aiutare il lettore che non ha dimestichezza con il napoletano.


:: Riguardo alle tue letture, quali sono gli autori o i titoli che ti hanno appassionato, che in qualche modo possono averti influenzato nella scrittura di questo romanzo?

🎤 Oltre a Lord Byron, adoro Montaigne e Kavafis e sicuramente c’è tanto di loro nel mio libro. Per quanto riguarda specificatamente i romanzi, sono stato sempre maggiormente attratto da quelli “letterari”, quelli con tanta introspezione psicologica, anche a scapito dell’azione e dei dialoghi, con testi densi che fanno riflettere il lettore. Quindi dietro di me ci sono scrittori come Marguerite Yourcenar o Cees Noteboom oppure libri come “Austerlitz” del tedesco Winfried Sebald e soprattutto “La Suite di Giava” dell’olandese Jan Brokken.
In ogni caso credo proprio che questo romanzo sia molto originale, non facilmente comparabile ad altri.


:: Che cosa ti aspetti da questa pubblicazione?

🎤 Questo romanzo vuole essere un tassello per la ricostruzione di un momento abbastanza dimenticato della storia LGBTQIA+. Anche per questo ci sono alcuni spunti volutamente un po’ didattici, come quelli sull’omosessualità negli anni del fascismo o sulla storia di Christine Jorgensen.
Al di là delle gratificazioni personali, mi piacerebbe che grazie a questo libro si parlasse di più di questi temi delicati, come accadde per il film “Una giornata particolare”, in un momento in cui in Italia – e non solo – l’omofobia è purtroppo molto viva. Perché, come dice Byron, “Le parole sono oggetti reali. Una piccola goccia d’inchiostro, cadendo come rugiada su un pensiero, produce ciò che fa pensare mille, forse milioni di persone”.


:: Ci sono dei lettori a cui pensi che il libro possa particolarmente interessare?

🎤 Sicuramente in prima fila ci sono coloro che si riconoscono nell’universo LGBTQIA+ ma penso anche alle persone con gli orizzonti aperti, più che mai quelle che amano mettere in discussione le proprie idee.


:: Cosa può convincere un lettore incerto a leggerlo?

🎤 L’invito è quello a lasciarsi trascinare dalla storia, anche per capire come veniva vissuta l’omosessualità nell’Italia negli anni Quaranta/Sessanta e quindi la stessa società italiana.


:: Hai qualcosa da aggiungere?

🎤 Sì, il mese scorso sono andato apposta a Copenaghen e in Olanda, a Oegstgeest per la precisione, per ripercorrere il viaggio della speranza di mio zio. La cosa mi ha molto emozionato, così come spero che emozionerà la lettura di questo romanzo.


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