Marosa Santucci, Rosella, (Carrara, 9 aprile 1944 – Massa, 13 ottobre 2024), è stata una mamma e una nonna, una casalinga sempre premurosa verso tutti, non solo familiari e amici, il sorriso era una nota caratteristica del suo carattere. Facilmente la si poteva trovare in cucina verso l’ora di pranzo o di cena, da lì spandeva profumi e amore concreto a tutta la famiglia; talvolta diventava luogo di condivisione, di confidenze e di chiacchiere. Guardava il mondo con il privilegio di chi sa, in modo naturale e mai artefatto, che è una sola la cosa che conta, amare il prossimo. Era lei l’infinito azzurro che si rispecchiava nei suoi occhi di un vivido celeste.
Nota ai testi pubblicati (a cura di Roberto Maggiani) 👇👀
Rosella era solita scrivere le sue riflessioni su dei fogli volanti, anche bollette, nonostante le avessimo regalato più volte delle agende e dei quaderni. Ciò che ha scritto ha una valenza universale che certamente coinvolge ogni lettore. Per questo a un certo punto nel passato ho voluto, insieme a lei, raccogliere i testi in una forma più strutturata in versi, sono quelli che leggerete in questa raccolta, con pochi altri trovati dopo che è venuta a mancare. Ci sono forse altri foglietti sparsi per casa, li troveremo. Ho detto «riflessioni» perché tali erano per nostra madre, anche se talune si delineavano come poesie vere e proprie fin dalla sua scrittura di getto. Erano pensieri che metteva su un foglio appena ne aveva l’occasione, quasi sempre in relazione alla sua vita quotidiana e ai rapporti con noi familiari o più a largo raggio. Ma scaturivano anche dall’osservazione della natura, che tanto amava. La scrittura per lei poteva anche essere un momento di alleggerimento di tensioni emotive, perché l’amore certe volte ha bisogno di una valvola di sfogo. Alcuni passaggi dei suoi testi possono mostrare tautologie o contraddizioni ma è proprio attraverso queste strutture logiche che invita a fermarsi e a riflettere su ciò che spesso, nel fluire quotidiano, trascuriamo o diamo per scontato (si vedano ad esempio i due versi “La coscienza è una cosa / e l’incoscienza è tutt’altra”, pag. 36). Alcune volte assegna alle parole un significato tutto personale o ne espande il significato a mo’ di metafora (si veda ad esempio il verso “Rioni sociali” nella poesia Coltivare e non includere, pag. 47). In alcuni versi suggerisce addirittura il sentimento che è necessario provare e lo fa per mezzo della causa stessa che dovrebbe ingenerarlo (si vedano ad esempio i versi “il sole del mattino è pronto / ad accarezzarti e dirti / che il suo tiepido calore / ti fa sentire amato” nella poesia Non nasconderti, pag. 70).
Sono poesie che usano l’assonanza come cassa armonica per fare riecheggiare idee e suggestioni nel lettore, per questo motivo consiglio di leggerle con calma e magari almeno due volte; ognuna è come un semplice accordo che richiama una canzone più estesa. Le rime, non molte, sono funzionali a creare un ambiente in cui il suono rafforzi l’idea o la suggestione.
Alcuni aforismi di autori noti sono stati riportati in forma di esergo perché lei stessa li aveva scritti su dei fogli, sempre volanti, dopo averli ascoltati alla radio o letti su qualche libro o rivista. Li riportava a modo suo, spesso li modificava in base a ciò che le suscitavano, quando li riteneva validi per la vita pratica, perché per lei tutto era finalizzato alla vita pratica, ai sentimenti, alle relazioni, all’amore verso il prossimo, a riflettere su ciò che le accadeva. Nella raccolta sono segnalati i passaggi dei suoi versi ispirati da pensieri di altri, almeno quelli che sono riuscito a individuare come tali, a cui lei ha attinto o riportato in modo personale in base al ricordo e al momento, perché facevano bene a lei e a coloro della famiglia con cui certe volte li condivideva.
R.M.
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Marosa Santucci “Rosella”: Chi è | Nota ai testi
Nuova pubblicazione [Libri] 06/05/2025 12:00:00