«Alessio Vailati non è collocabile secondo la distinzione tra poesia di ricerca e poesia neolirica, pensata dall’italianista Claudia Crocco. Forse perché il poeta riesce sia a coniugare sperimentalismo linguistico, lavoro sul linguaggio che un lirismo eccellente. Dal punto di vista stilistico dimostra di padroneggiare la metrica, quasi sempre ineccepibile in questa sua raccolta, senza mai incorrere negli automatismi e nella meccanicità, insomma mettendoci molta arte e ingegno più che semplice mestiere. Non a caso il registro linguistico nei suoi endecasillabi non si abbassa mai, anzi il dettato oltre che dalla compostezza formale è caratterizzato da ricchezza lessicale, proprietà di linguaggio e da trovate originali, da soluzioni non alla portata di tutti. La sua parola poetica raggiunge la significazione senza mai togliere troppo né accumulare troppo (non c’è mai una parola di meno né di troppo) e per raggiungere questo risultati a poco servono le letture private, che certo fortificano l’intelletto, e l’esperienza: anche la poesia, diceva qualcuno più importante di me, è una forma di intelligenza e c’è chi ne è più provvisto e chi meno, e quindi certe doti si hanno in natura o non si hanno... [continua a leggere la recensione di Davide Morelli 👇👀]»
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Recensione [Libri] 07/10/2025 14:22:21