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Notizie » Paolo Polvani intervista Concetta D’Angeli

Intervista [Autore] 06/10/2021 18:00:00

P.P.🎤Durante la lettura del suo romanzo, come nelle migliori tradizioni dei lettori, ci si affeziona ai personaggi e nelle pagine finali si avverte una certa nostalgia e un dispiacere vivo nel sapere di doverli abbandonare. Tuttavia si ha come l’impressione che la vera protagonista sia in realtà la lingua, la sonorità di una lingua da cui sboccia come un fiore l’accento toscano, sì che il ritmo del racconto tutto fluisce nella suggestione di questo richiamo, e sembra di ascoltare la voce di Caterina Bueno, di Nada Malanima, quella favella toscana che sonora discendea nei versi di Carducci. Una lingua variamente articolata e che dispone di registri alti e di inflessioni gergali e che in alcuni momenti vira anche in direzione del dialetto salentino. Cosa pensa l’autrice di questa impressione?

C.D’A.🎤La ringrazio di mettere l’accento sulla lingua ed è vero che scrivendo le riservo molta attenzione. Amo l’italiano, la sua struttura latina, per ampie campate sintattiche, la sua musicalità, la sua ricchezza lessicale, anche quel sentore arcaico che mantiene; tuttavia essendo frutto di una scelta intellettuale, è una lingua rigida, difficile da gestire. Vedo che molta nostra narrativa risolve la difficoltà depauperando la struttura sintattica, col risultato di renderla più maneggevole, sì, però più elementare. È una soluzione che a me non piace; per costringere il linguaggio a una mobilità maggiore uso modi stilistici differenti, ricorro spesso al parlato, che è ovviamente più libero e agile, mescolo il registro “alto” e quello “basso”, introduco inserti di vernacolo o di dialetto… Insomma cerco di sperimentare sul linguaggio o almeno di forzarne i confini; del resto sono convinta che questo sia uno dei compiti più importanti di chi vuole scrivere letteratura.

Ringraziamo Paolo Polvani e Cartesensibili per l’intervista a Concetta D’Angeli in occasione della pubblicazione del suo nuovo romanzo “Le rovinose”.
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