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Notizie » ParolaPoesia: Il giardino di Sophia (parte I)

Recensione [Libri] 21/09/2022 12:07:28

Ringraziamo ParolaPoesia e Marvi del Pozzo per la recensione (I parte) alla raccolta antologica di poesie di Sophia de Mello Breyner Andresen, “Il giardino di Sophia”, cura e traduzione di Roberto Maggiani, postfazione di Claudio Trognoni:

«Riprendo dopo l’estate la rubrica Letture condivise sovvertendo l’ordine previsto degli autori da presentare, perché stimolata dal momento politico-sociale del nostro paese. Dopo la crisi governativa nel cuore di luglio, tra una decina di giorni si andrà alle urne, ancora in periodo di ferie, di vacanze protratte, di disimpegno (in linea di massima anche legittimo). Siamo comunque tutti chiamati, con coscienza come non mai, al voto: si tratta di assumerci la responsabilità in proprio, di chiarirci quale possibile corso dare ai numerosi e multiformi problemi del paese. In questo momento storico noi, come popolo e come singoli votanti, non possiamo moralmente crearci alibi. Una cosa sola ci è richiesta: essere responsabili del nostro voto, ovviamente qualunque sia la scelta libera di esso.
Allora, e qui vengo al punto che ci interessa, la figura e la poesia di Sophia de Mello diventano determinanti. La sua è una presenza poco conosciuta nel nostro paese: io stessa mi preparavo a presentarla, soprattutto come interessa sostanzialmente a me, dal punto di vista letterario, strettamente stilistico e poetico: parlarvi della sua limpidezza formale, della sua linguistica chiarezza, semplice e incisiva, quale sua cifra distintiva. Pensavo di comunicarvi la sua poetica fatta di sguardi reali sul mondo, da cui emerge una poesia personale e oggettiva insieme, un desiderio di bellezza che è anche di rigore e verità.
Come scrisse l’autrice stessa, l’opera d’arte fa parte del reale: è destino, realizzazione, salvezza e vita… perciò la poesia è una morale… e il senso della giustizia è da sempre una coordinata fondamentale dell’opera poetica. Nel teatro greco, per esempio, il tema della giustizia è il respiro stesso delle parole, perché si confonde con quell’equilibrio delle cose, con quell’ordine del mondo con cui il poeta vuole integrare il suo canto. Dice infatti il coro di Eschilo: “nessuna muraglia difenderà colui che, ebbro della propria ricchezza, deruba l’altare sacro della giustizia”. Forse questo termine ‘giustizia’ è analogo a quell’amore di Dante che muove il sole e le altre stelle, si confonde con la nostra fiducia nell’evoluzione dell’uomo, con la nostra fede nell’Universo… [continua a leggere la recensione 👇👀]»

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