:: Ciao Alessio. Sta per uscire con noi, Il ramo e la foglia edizioni, il tuo nuovo libro in versi “La mappa del dolore”, potresti presentarti brevemente ai nostri lettori?
🎤 Ciao Roberto, ciao Giuliano,
non amo in genere parlare di me stesso, e questo aspetto traspare anche in La mappa del dolore in cui emerge chiara l’esigenza di accantonare l’ego per dare visibilità e voce all’Altro, grazie a una particolare sensibilità e a una certa capacità di immedesimazione nei protagonisti delle vicende “raccontate”. In ogni caso, appassionato lettore fin da bambino, posso descrivermi come un grande innamorato della letteratura e dei libri. La mia curiosità spazia fra i diversi generi: dalla poesia ai romanzi, senza disdegnare la saggistica. Da quasi un ventennio penso e scrivo libri, soprattutto di poesia, ma ho alle spalle anche un romanzo, pubblicato recentemente dopo un periodo molto lungo di scrittura e riscrittura.
:: Perché hai scelto di scrivere poesie per esprimere il tuo sentire il mondo reale o immaginato?
🎤 Il mio rapporto con la poesia è sempre stato travagliato, una sorta di odio/amore, di corpo a corpo con la parola poetica che, nelle mia idea, rappresenta il punto di incontro fra Arte e Letteratura, la manifestazione di una sintesi, ovverosia una rielaborazione inconscia di sensazioni, ricordi, impressioni, vita vissuta o sognata attraverso la creazione di immagini simboliche e di flussi di suono. Si tratta per me di cogliere le corrispondenze delle immagini della realtà con il mondo interiore, in un continuo scambio osmotico. Penso che la poesia sia uno dei mezzi espressivi di scrittura di libri e che, da questo punto di vista, si presti a ibridazione con altre forme letterarie (come la prosa, anche quella drammatica) e con i vari campi dell’Arte e del sapere.
:: Riguardo alle tue letture, quali sono gli autori o i titoli che ti hanno appassionato, che in qualche modo possono averti influenzato in relazione alla scrittura di queste tue poesie?
🎤 Il mio percorso di scrittura è in continua evoluzione, non statico ma dinamico ed è sicuramente influenzato dalle letture. Per quanto concerne la poesia non posso dimenticare gli autori classici studiati al ginnasio e al liceo. I primi interessi sono stati orientati verso i cosiddetti poètes maudits, gli Stilnovisti, Dante, Petrarca e poi autori come Leopardi e Pascoli e i più moderni Ungaretti, Saba, Montale, Zanzotto, Luzi, Sereni. L’influenza maggiore l’hanno avuta sicuramente le opere di Eugenio Montale (La bufera e altro in particolar modo) e di Saba e Vittorio Sereni. Per questo libro, ho cercato di percorrere una linea il più possibile originale e personale.
:: Qual è la cifra compositivo-stilistica a cui ti attieni?
🎤 La cifra compositivo-stilistica dei miei versi è caratterizzata da equilibrio e armonia, e dalla ricerca costante di musicalità, nel solco della tradizione. Mi è caro l’utilizzo dell’endecasillabo e provo a lavorare sul lessico, cercando di utilizzare un’ampia gamma di vocaboli, anche desueti, studiandone l’etimologia e, a volte, “forzando” costrutti e campi semantici. In La mappa del dolore, trenta fotografie vincitrici del Premio Pulitzer vengono raccontate attraverso uno schema particolare: per ogni immagine ispiratrice una “poesia-quadro” introduttiva, rigidamente strutturata (con uso di endecasillabi e di rime), apre il varco a successivi sei componimenti in versi liberi, sempre caratterizzati dall’attenzione al ritmo e alla sonorità. Negli ultimi anni ho cercato di limare i tratti più oscuri ed ermetici dei versi, mascherando la complessità dei significati sotto una superficie più chiara, quindi apparentemente più semplice e razionale.
:: Cosa ti ha spinto a scrivere “La mappa del dolore”? Nel frontespizio si legge: “Riflessioni in versi su trenta fotografie vincitrici del Premio Pulitzer”. Quali sono i temi che tratti? Ci racconti di questa tua opera in versi a partire dal titolo?
🎤 L’idea da cui il libro prende le mosse è quella di conferire al linguaggio poetico una dimensione storica, di portare il lettore alla riflessione su temi che coinvolgono la società, di sensibilizzare l’attenzione sulla estrema vulnerabilità della condizione umana, partendo da fatti precisi, ben individuati e documentati con le fotografie vincitrici del Premio Pulitzer. La strada della cosiddetta poesia civile (decisamente più “impegnata”) al giorno d’oggi è poco battuta dai poeti che, spesso, limitano e costringono i loro versi in contenuti più personali e individuali.
La mappa del dolore vuole dare alla poesia un respiro più ampio, attraverso i luoghi del mondo e i momenti storici più diversi: il libro ci racconta del dolore delle guerre, di emarginazione, di sfruttamento, di flussi migratori, di violenza, di malattie fisiche e mentali, di povertà estrema e di calamità naturali… Ci ricorda il destino di alcuni popoli colpiti da eventi tragici e anche di storie individuali inserite in un particolare contesto di interesse collettivo. Il tentativo è quello ambizioso di provare a smuovere le coscienze e ridestarle dal torpore paralizzante in cui sono invischiate.
:: Quanto tempo ci hai messo a scrivere questa raccolta di poesie e come ti è nata l’idea?
🎤 La mappa del dolore è una raccolta nata circa cinque anni fa e la sua realizzazione mi ha impegnato costantemente, tutte le sere, per qualche mese. Periodo in cui la scrittura dei singoli testi si è accompagnata allo studio delle fotografie, alla lettura delle vicende ad esse legate e dei contesti storici di riferimento. In ogni fotografia si concentra un incredibile intreccio di esperienze umane: la vita delle persone ritratte – condensate in azioni, sguardi, espressioni – vengono immortalate e cristallizzare dall’obbiettivo di un congegno dietro cui si nasconde la sensibilità di un altro essere umano, il fotografo, che a sua volta nello scatto vive simultaneamente la propria vita e condivide quella altrui. E anch’io, per diverso tempo, ho scrutato in profondità volti sconosciuti, cercando di coglierne pensieri e sensazioni; mi sono addentrato nel labirinto del tempo per strade sconosciute, immaginando rumori, odori, sensazioni. Nella convinzione che il poeta debba osare e contribuire con la propria voce alla costruzione di una società civile.
:: Che cosa ti aspetti da questa pubblicazione?
🎤 Come già scritto, mi aspetto di raggiungere un lettore attento e di stimolare il suo pensiero e la sua azione, di risvegliarne il lato umano perché la Storia ci insegna che le tragedie e i comportamenti sciagurati dei potenti, anche se apparentemente da noi lontani, potrebbero un giorno riguardarci. Quindi, non possiamo permetterci di abbassare la guardia: dobbiamo sempre restare vigili.
:: Ci sono dei lettori a cui pensi che il libro possa particolarmente interessare?
🎤 Per tutto quanto è stato sopra illustrato, posso confermare che La mappa del dolore è pensato per un lettore curioso, che sappia cogliere le connessioni con l’attuale momento storico, funestato da guerre e violenza. È pensato per l’Uomo, per chi attraverso un libro vuole porsi in ascolto e cercare di decifrare, nel chiasso incessante della Storia, il nostro destino comune. E perché non moltiplicarne il messaggio nelle piazze, nei teatri e, raccogliendoci in una ritrovata agorà, costruirci intorno l’idea di una nuova umanità?
:: Cosa può convincere un lettore incerto a leggerti?
🎤 Come si può ignorare qualche cosa che parla di tutti noi, che mette al centro del discorso il bene più prezioso che abbiamo, la vita: così incerta, così precaria e sempre costantemente in fieri?
:: Hai qualcosa da aggiungere?
🎤 Un libro non cambierà il mondo, ma la forza della volontà e della condivisione di valori improntati alla solidarietà e all’equità possono riscattare le meschinità di cui siamo quotidianamente capaci e riscrivere in meglio il nostro destino e quello delle generazioni future.
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L’editore intervista l’autore: Alessio Vailati
Intervista [Libri] 16/09/2025 12:00:00