«Il moderno, si sa, è stato un periodo di notevole cambio di paradigmi. La costruzione del soggetto, il concentrare la prassi dell’uomo nello spazio del mondano e, soprattutto, l’ipotesi di un progresso che avrebbe diffuso diritti e sensibilmente migliorato la vita degli umani erano le sue più entusiaste acquisizioni. Lo smottamento cui diede avvio non fu certo tutto rose e fiori (guerre continue, schiavismo, colonialsmo, imperialismo, totalitarismi, per non citare che alla rinfusa, si susseguirono) ma un’idea percorreva, ad ogni modo, le culture: un incessante progresso che poteva condurre Kant a immaginare una pace perpetua e Hegel alla certezza della realizzazione integrale dell’autocoscienza e quindi della verità quale traguardo della (fine della) storia. Dopo l’ecatombe delle due guerre mondiali, per un breve periodo, questa fiducia sembrava animare tutte le menti almeno del cosiddetto occidente. Ma da una quarantina d’anni almeno questa aspirazione si è sbriciolata, il corso della storia s’è involuto, diritti e crescita sociale arrancano, la speranza s’è trasformata in risentimento, riprendono vigore forze retrive e autoritarie, la guerra torna ad essere l’igiene del mondo e la democrazia annaspa. Il postmoderno rinnega il moderno e si rinchiude nella paura e nel rancore. Cosa è accaduto? Come è accaduto? Quando è cominciata, o meglio, quando si è inverata questa discesa agli inferi? Sono queste alcune delle domande che fanno da contesto all’ultimo, brillante, romanzo di Domenico Conoscenti, Manomissione pubblicato da Il ramo e la foglia... [continua a leggere la recensione di Gianfranco Perriera 👇👀]»
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Notizie » Se è così: Manomissione
Recensione [Libri] 12/09/2025 21:21:37